Ha senso parlare di legge del branco per il cane di famiglia?
HA SENSO PARLARE DI LEGGE DEL BRANCO PER IL CANE DI FAMIGLIA?
di Angelica Da Ronco (educatore cinofilo)
Se ne sente parlare dovunque. Viene presentata come la regola che risolve qualsiasi problema con il cane.
Quando un proprietario cerca un consiglio su come gestire il proprio amico a quattro zampe, la risposta è quasi sempre la Legge del Branco, che per la maggior parte delle persone è ormai Verità Rivelata.
Ti dicono che il cane è imparentato con il lupo, quindi è geneticamente portato a una socialità di branco basata sulla gerarchia, uguale a quella del suo antenato; in ogni gruppo dunque troveremo un leader e dei subordinati, e ogni membro avrà un ruolo ben definito.
Secondo loro anche in famiglia il cane vedrà il suo branco e cercherà al suo interno la propria posizione: inutile dire che quella di leader spetta al proprietario.
Ma funziona veramente così?
Ammetto che all’inizio anch’io ero caduta in questa convinzione, d’altra parte penso sia inevitabile, ma col tempo ho cominciato a pensare che la cosa non avesse molto senso.
Me ne sono definitivamente convinta dopo aver conosciuto gli epigoni del cosiddetto “metodo gentile” (forse per distinguersi dal metodo tradizionle… nel quale il cane viene “educato” anche con qualche “scapaccione”, nel migliore dei casi!!!!).
In questa visione, tutti i problemi comportamentali del cane sono collegati alla gerarchia: Fido ha compreso male il suo ruolo sociale e si è convinto di essere il capobranco. Ma niente paura: possiamo ristabilire la nostra leadership in quattro momenti rituali, che sono gli stessi con i quali in natura la coppia Alfa esercita il proprio status:
- al momento del pasto,
- durante la passeggiata,
- nelle situazioni di pericolo,
- ad ogni ricongiungimento.
Infatti, secondo questo modo di vedere le cose, la natura ci insegna che la gerarchia all’interno di un gruppo viene costantemente ribadita e i quattro momenti rappresentano le situazioni in cui i Leader esercitano il loro potere e godono dei loro privilegi.
Per spiegare tutto questo i sostenitori della Legge del branco si rifanno alla struttura sociale del branco di lupi.
In ogni gruppo esistono Leader e subordinati; alla cima della piramide si trova la coppia Alfa.
La gerarchia per questi animali ha un valore altissimo, in quanto è l’organizzazione che permette e garantisce la sopravvivenza del branco; Il mantenimento dell’ordine sociale è estremamente importante, in quanto una sovversione potrebbe mettere a rischio la vita dell’intera comunità.
I ruoli devono essere chiari e indiscutibili.
La coppia Alfa mette al servizio del branco la propria forza , esperienza ed intelligenza nelle situazioni di pericolo e durante la caccia: entrambe situazioni in cui sono loro a prendere le decisioni; come compenso gode dei privilegi del Leader in quanto sono gli unici ad accoppiarsi, hanno a disposizione uno spazio personale il cui accesso agli altri membri è vietato, mangiano per primi.
Non permetteranno ad alcuno di sovvertire i ruoli e non esiteranno ad aggredire chiunque cerchi di mangiare prima di loro. Ne va della sopravvivenza del branco.
Fino a qui sembra essere tutto logico. Ma proviamo a trasportare le stesse regole nella nostra famiglia: si tratta di mettersi nei panni del nostro cane, in quanto secondo la teoria del branco Fido cercherà a casa la stessa struttura sociale del branco di lupi.
Abbiamo detto che un leader non potrà mai accettare che un subalterno prenda il suo posto; la pena per un tale ardire è l’aggressione.
Quindi se il mio cane in casa si è convinto di essere il capobranco, al mio primo tentativo di capovolgere i ruoli verrò inevitabilmente aggredita.
Come mai allora libri e trasmissioni televisive sono pieni di esempi in cui i proprietari da un giorno all’altro cambiano il proprio comportamento da quello di subalterno a quello di Leader, e i cani sembrano accettare la cosa di buon grado?
Pensiamo poi a questi addestratori miracolosi, che già dal loro ingresso nelle case fanno capire al cane padrone di casa nonché capobranco, di essere loro a detenere ora la leadership.
Ne consegue che anche un estraneo può diventare il capo in meno di cinque minuti?
Se i ruoli possono essere capovolti così velocemente, come si può parlare di gerarchia?
Forse abbiamo sbagliato a considerare il cane uguale al lupo, forse i due animali non hanno la stessa struttura sociale e per il cane la gerarchia non è un valore così importante.
Abbiamo anche accennato al fatto che la coppia Alfa è l’unica a riprodursi.
Perfetto: se avete un maschio e una femmina e volete farli riprodurre, sappiate che dall’accoppiamento in poi loro penseranno a buon diritto di essere i capi e di comandare su di voi.
Se tutto questo fosse vero il mestiere dell’allevatore dovrebbe essere davvero orribile….
Addirittura Jan Fennel, una dei massimi esponenti del “metodo gentile”, arriva a sostenere (nel suo celebre “Ascolta il tuo cane”) che:
“(…)Si potrà quindi affrontare un’altra situazione, la passeggiata, che per il cane equivale al condurre a caccia il branco.(…)Tutti i cani si eccitano alla prospettiva di uscire, per loro infatti significa partire per la caccia, l’attività primordiale. Sentono con piacere l’adrenalina che scorre. È tuttavia compito del padrone tenere sotto controllo il loro entusiasmo ribadendo la propria leadership.”
Accidenti… dev’essere davvero frustrante per il cane notare che ogni volta che si esce a caccia si torna a casa a mani vuote!
Uhm… non pensate anche voi che ci sia qualcosa che non funziona, in questo meccanismo perverso?
Purtroppo non è solo un problema teorico e una mera discussione accademica: la legge del branco non fa rabbrividire solo la logica, è un problema innanzi tutto di ordine pratico!
Le obiezioni che sempre si sentono riguardo ai metodi tradizionali, coercitivi, usati per far capire al cane “chi è che comanda”, con molta ipocrisia non considerano che anche il metodo gentile si basa sugli stessi fondamenti teorici e sugli stessi principi. E infatti la finalità è sempre la stessa: avere il controllo del cane per evitare che possa altrimenti pensare alla “scalata gerarchica”.
È un timore costante e Fido non è visto come il migliore amico dell’uomo, ma come un pericoloso arrampicatore sociale il cui solo pensiero è la conquista del potere.
Oggi in famiglia, domani in Parlamento?
Rilassiamoci: il nosro cane non è ossessionato dalla gerarchia come vogliono farci credere!
Possiamo tranquillamente instaurare con lui un rapporto basato sulla fiducia, non sul controllo, e state pur certi che lui ci ricambierà con la fedeltà che da sempre caratterizza tutti i cani.
› Forum › Ha senso parlare di legge del branco per il cane di famiglia?