Il mito del Cane Dominante
IL MITO DEL CANE DOMINANTE
di Angelica Da Ronco (educatore cinofilo)
È uno dei termini più ambigui della cinofilia: c’è chi pensa sia la spiegazione di qualsiasi comportamento del cane e chi la considera quasi una parla tabù… ma che cos’è davvero la dominanza?
Cerchiamo una volta per tutte di analizzarne il significato, i contesti in cui viene utilizzato in etologia per dare finalmente un senso ad un termine che ormai ha delle implicazioni su moltissimi aspetti della convivenza con il nostro migliore amico.
Partiamo dagli inizi e andiamo a guardare che cos’è la dominanza nel regno animale:
Cosa vuol dire dominanza
In etologia il termine “dominanza” è molto usato con un significato ormai univoco e accettato.
Indica una relazione tra due individui instaurata dopo una serie di interazioni agonistiche: il vincitore sarà definito il soggetto dominante mentre il perdente quello subordinato.
Il comportamento agonistico in questa situazione è profondamente diverso da una aggressione qualsiasi: gli etologi riconoscono in queste interazioni un’intenzione di fondo di cercare un vincitore e un vinto, di stabilire una relazione, piuttosto che di lasciarsi cadere nell’escalation della violenza.
L’assenza di violenza è un aspetto molto importante: la comunicazione animale usa molto il tatto, e può essere anche molto energica. La differenza tra comunicazione e aggressione sta proprio nell’emozione di fondo: in una competizione da dominanza, per quanto lo scontro possa sembrare pesante, non c’è perdita di autocontrollo da parte dei contendenti.
Se il gruppo sociale è composto da più di due individui, è possibile, che si crei una gerarchia transitiva, in cui il soggetto alfa è dominante su beta, beta è subordinato ad alfa ma dominante su gamma e così via, fino ad arrivare al soggetto omega, sottomesso a chiunque.
La relazione di dominanza può essere temporanea, ad esempio tra due individui che si contendono la priorità ad una risorsa: esaurito il tema della disputa anche la gerarchia scompare; tuttavia anche nei gruppi sociali stabili i rapporti di dominanza non sempre sono duraturi ma possono variare a seconda delle circostanze.
E questo mette in discussione la tesi secondo cui “leader si nasce”.
Dominanza e Aggressività
La definizione di dominante è “colui che detiene il potere”.
Partiamo dal presupposto che il cane sia un animale sociale e che viva in una struttura gerarchizzata come i lupi, quindi andiamo a guadare nei progenitori del nostro migliore amico come funziona la detenzione del potere.
I primi studi sui branchi di lupi sono stati svolti negli anni Sessanta: si trattava di lupi in cattività, in cui gli animali si ritrovavano spesso a dover convivere in branchi creati artificialmente e in spazi ristretti o comunque limitati. Quello che si osservò furono frequenti aggressioni (spesso anche letali), e subito si pensò che la gerarchia fosse basata sulla violenza. Un’analisi più attenta però fece emergere che molto spesso qualche esemplare si allontanasse dal branco fino ai confini della riserva: un segnale che forse i lupi cercassero di evitare i conflitti, ma la mancanza di sufficienti spazi impediva loro di disperdersi e frazionare i branchi.
Studi più recenti hanno considerato tutti questi limiti e preso in esame gruppi di lupi allo stato brado, scoprendo che questi animali vivono in realtà in famiglie, dove il rispetto della gerarchia coincide con la devozione dei figli verso i genitori.
In questo scenario non è necessaria la violenza per farsi rispettare, anzi la gerarchia è finalizzata proprio ad evitare episodi violenti, che infatti nei branchi in natura sono quasi assenti.
Proprio come nei gruppi di esseri umani, anche per i lupi è l’autorevolezza e non l’autorità a fare il leader: un buon capo è calmo, ha autocontrollo e ignora le provocazioni. L’aggressività in un gruppo sociale non può essere ammessa in quanto mina la stabilità del gruppo stesso; l’individuo aggressivo pertanto non è il più forte ma al contrario un soggetto problematico dannoso per se stesso e per il branco.
Se vogliamo riprodurre quindi un rapporto basato sulla dominanza con il nostro cane, sarà bene ricordarci di mantenere sempre l’autocontrollo. Ogni gesto o punizione che sia fatto con rabbia infatti sarà visto dal nostro quadrupede come un’aggressione (e di conseguenza la sua reazione sarà un’aggressione o la sottomissione), e non compreso come un atto sociale. Se vogliamo essere dei leader e avere il rispetto del nostro fedele amico, occorre imparare come mostrare la nostra dominanza attraverso l’autorevolezza, senza nessuna forma di rabbia: in questo modo la sua risposta non sarà la sottomissione, ma il rispetto e la collaborazione. Così ci insegna la natura.
Il mio cane è dominante?
Abbiamo detto che la dominanza è una relazione. La relazione riguarda necessariamente due individui, quindi la dominanza non è una caratteristica della personalità: “il mio cane è dominante” è una frase che non ha nessun significato.
Gli studi sugli animali da branco rivelano che non c’è motivo per cui un individuo di alto rango dovrebbe mantenere la sua posizione sociale se spostato in un altro gruppo.
Leader non si nasce e l’etologia ha abbandonato da tempo questa convinzione: studi statistici sui branchi di lupi suggeriscono che il temperamento di un animale varia a seconda dello stato fisiologico e delle circostanze sociali. È quindi più corretto pensare che le relazioni di dominanza siano determinate da fattori molteplici piuttosto che da “tratti di dominanza”.
Gli studi sui lupi rivelano infatti che a determinare le gerarchie concorrono fattori come età, stato riproduttivo, condizioni nutrizionali, risorse da contendersi; le osservazioni sui cani selvatici del West Bengala indicano inoltre che le dispute relative alla dominanza avvengono solamente nel periodo riproduttivo, suggerendo che la gerarchia per questi animali abbia importanza solamente per quanto riguarda la possibilità di riprodursi. Tutte queste caratteristiche non sono certo parte del patrimonio genetico di un cucciolo!
“Dominanza” è solo una relazione: il comportamento di un animale cambia a seconda delle circostanze come pure il suo ruolo in una società.
Conclusioni
Credo sia chiaro che il termine “dominanza” non è adatto a spiegare la personalità di un cane; tantomeno serve a scusare i suoi comportamenti aggressivi nei confronti di uomini e animali.
Tuttavia è un termine che ha molto da insegnarci sui cani e sul nostro rapporto con loro. L’importante è non usarlo per stigmatizzare la personalità di un soggetto, cercando scuse per i suoi comportamenti o per i nostri atteggiamenti nei suoi confronti.
Il rapporto con un cane è qualcosa che va continuamente scoperto, come anche la sua personalità. Usare il termine “dominanza” ha assolutamente senso se si cerca di comprenderne il significato e di trasportarlo in un impegno ad avere un rapporto sano di collaborazione e rispetto con il proprio migliore amico: questo ci insegna Madre Natura.
Bibliografia:
– Dominanza: realtà o mito?- Barry Eaton- Haqihana Editore, 2003
– All’altro capo del guinzaglio – Patricia B. McConnel – Ed. TEA, 2003
– Bradshaw, J.W.S., Blackwell, E.J. and Casey, R.A. (2009) Dominance in domestic dogs – useful construct or bad habit? Journal of Veterinary Behaviour, Clinical Applications and Research, Volume 4, Issue 3, Pages 109-144 (May-June 2009)
– Mech, L. D. (2008). What Happened to the Term Alpha Wolf? International Wolf, Winter 2008, pp. 4-8. http://www.4pawsu.com/alphawolf.pdf
– Creel et al. Rank and reproduction in cooperatively breeding African wild dogs: behavioural and endocrine correlates- Behavioral Ecology Vol. 8 No. 3: 298-306
› Forum › Leadership e gerarchia con il cane in famiglia